Plastiche riciclate e riciclabili: di cosa si parla?
Al crescere dell’attenzione verso le problematiche ambientali generate dal sovra-consumo di materie plastiche, l’industria propone soluzioni più sostenibili, spesso riciclate e/o riciclabili.
Ma cosa significano esattamente queste parole? Cosa dobbiamo aspettarci di fronte ad un prodotto che si definisce “riciclato”?
Ecco un veloce glossario su alcuni concetti-base.
Granuli di polimero riciclato post-consumo composto al 100% da rifiuti di plastica marina.
RICICLO
Il riciclo è un processo in cui una materia viene riportata ad uno stato iniziale, attraverso processi di trasformazione meccanica o chimica, in cui è possibile riprocessarla nuovamente. Nei termoplastici, tipicamente si parte da rifiuti post-consumo o scarti post-industriali per ottenerne materia prima seconda in forma di granuli nuovamente stampabili, di solito definiti con una “R” davanti alla sigla del polimero (es. R-PET per il PET riciclato).
Resina di poliuretano termoplastico riciclato (TPU-R) proveniente da scarponi da sci ed estrusa in filamenti di stampa 3D. Dal database di Material ConneXion.
RICICLATO
Se un prodotto dichiara di essere “riciclato”, significa che è fabbricato a partire da materie prime seconde. Il contenuto riciclato può essere post-consumo, o PCR, ovvero proveniente da rifiuti urbani, o pre-consumo (o post-industriale, ovvero derivante da scarti di produzione non immessi sul mercato). È inoltre importante che la definizione di “riciclato” venga accompagnata dalla quantità in percentuale rispetto al contenuto complessivo; e che il contenuto riciclato sia garantito da una certificazione di parte terza, che tracci i materiali riciclati lungo la catena del valore e renda trasparente l’uso effettivo di plastica riciclata all’interno del prodotto.
Un materiale costituito da rifiuti plastici eterogenei (plastic mix) che diversamente sarebbe destinati all’incenerimento. Dal database di Material ConneXion.
RICICLABILE
Un materiale o un prodotto dal contenuto riciclato non è necessariamente riciclabile e vice-versa. Tutti i termoplastici (di cui sono costituiti gli imballaggi in plastica e la maggior parte degli oggetti di uso quotidiano in plastica) sono tecnicamente riciclabili, con relativa poca perdita di qualità; e tuttavia ciò non significa che siano davvero riciclati. Secondo OurWorldInData, infatti, la percentuale di materie plastiche che vengono riciclate globalmente è ferma al 9% (si tratta di un valore medio: l’Europa è messa un po’ meglio, ma non tantissimo). A complicare la riciclabilità delle materie plastiche, c’è spesso la loro formulazione complessa, con additivi, pigmenti, combinazione tra più materiali (ad esempio, in molti film plastici per imballaggio alimentare), oltre al design del prodotto, che può rendere complicato separare i vari pezzi in fase di riciclo.
Affinché un materiale sia riciclato è necessario non solo che esso sia riciclabile tecnicamente, ma anche che esista una filiera a valle di raccolta, separazione e trattamento; e infine, che esista un mercato in grado di assorbire queste materie prime seconde.
Quando un materiale si definisce “riciclabile”, quindi, in assenza di altri parametri o certificazioni, si riferisce solo al primo punto.
Se sei interessato ad approfondire questi e altri temi legati al riciclo delle materie plastiche, resta aggiornato sulle prossime edizioni dei nostri corsi e sugli eventi in presenza.
In copertina: Un processo di purificazione unico progettato per rimuovere colore, odore e altre impurità dai rifiuti di plastica n. 5 che si traduce in una resina riciclata ultrapura (UPR) paragonabile al polipropilene vergine equivalente. Dal database di Material ConneXion.