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Pellami - Materially

Cambiare pelle – una guida ai materiali alternativi

Il nostro osservatorio privilegiato sui materiali ci rimanda un orientamento, da parte delle aziende, verso alternative più sostenibili alla pelle tradizionale.

Pur essendo la pelle un materiale di scarto dell’industria dell’allevamento di cui si butta via pochissimo (la filiera della concia include anche aziende che trattano le componenti che vengono eliminate nelle diverse fasi di lavorazione, per ottenerne materie prime preziose per altre industrie), le diverse sensibilità emerse attorno a questo materiale dalla storia millenaria hanno fatto nascere materie alternative o nuovi modi per interpretarlo o lavorarlo. Ecco una breve e parziale panoramica:

Ecopelle – si tratta di pellami di origine animale rispondenti alla normativa UNI 11427:2011 che definisce tipologie di concia meno impattanti in termini di uso di sostanze chimiche e impiego di acqua. In questa direzione sono state sviluppate conce vegetali a basi di oliva, di rabarbaro e alcune aziende hanno certificato le proprie pelli come compostabili, confermandone così la totale assenza di residui anche solo potenzialmente pericolosi.

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Photo: Atlantic Leather, by Startup islandese

 

Pelli di pesce – Si tratta di pelli non provenienti dalla macellazione di mammiferi, ma da scarti dell’allevamento ittico. Si è recentemente diffusa anche in Europa la pelle di pirarucù (Aracaime Gigas), una specie molto diffusa in Brasile e adatta alla trasformazione perché appartenente ad un animale molto grande, facile da conciare con processi a basso impatto, e molto morbida e resistente. Inoltre molti progetti sociali di supporto alle comunità locali sono nati in Brasile attorno all’allevamento del Pirarucù.

Pelli riciclate – Sono pelli ottenute dal riciclo degli scarti di pelle, che vengono triturati e trasformati in materiale che presenta la stessa texture della pelle naturale oltre che una buona robustezza.

Pelli vegane – per definire una pelle “vegan”, non è sufficiente che essa non sia di origine bovina ma deve certificare la totale assenza di qualsiasi componente, in tutte le fasi di produzione, derivante da animali. Nel contempo, non è detto che una pelle “vegan” sia naturale: una pelle al 100% di origine petrolchimica è facilmente certificabile come vegana.

Pelli vegetali – Sono interamente ricavate da superfici “altre”, come ad esempio piallacci sottilissimi di diversi legni, fogli di sughero, o il rivestimento superiore della cappella dei funghi. Ciascuno di questi materiali viene lavorato tramite processi specifici e particolari, spesso di elevata complessità tecnologica.

 

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Photo: WINELEATHER,  by Vegea srl

Pelli “coltivate” – si tratta di una famiglia di materiali molto ampia che comprende una serie di prodotti, molti dei quali ancora sperimentali, ottenuti attraverso processi biotecnologici di trasformazione della materia che fanno uso di batteri, enzimi o altri microorganismi. A questo gruppo appartengono le pelli derivate dal micelio, da tè fermentato, dallo sviluppo di proteine artificiali; rappresentano l’avanguardia della ricerca verso una tipologia di materiali completamente nuovi.

 

Photo by Paula Gonzalez on behance

Photo by Paula Gonzalez on Behance

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