La sneaker più sostenibile al mondo
La Space Hippie, prototipo sviluppato da NIke, è stato definita la scarpa la cui produzione richiede le più basse emissioni di CO2.
Tutti e quattro i modelli presenti nella collezione Space Hippie (01, 02, 03 e 04), sono infatti create a partire da resti e rifiuti provenienti dalle fabbriche Nike, che insieme vanno a creare lo “space waste yarn”, un filato di origine completamente riciclata.
Nato come progetto sperimentale dell’azienda per tentare di ridurre l’impatto ambientale dei propri prodotti, Space Hippie è riuscita a cambiare radicalmente la visione al mondo dei materiali di Nike.
Seana Hanna, vice presidente del reparto di innovazione sostenibile del brand, si dice sicura che il progetto Space Hippie e in generale il futuro di Nike apriranno nuove frontiere per il mercato basate unicamente su un’ottica di economia circolare.
Il pensiero circolare deve infatti coinvolgere ogni fase di sviluppo di una progetto, dalla sua ideazione, alla produzione, all’utilizzo, al riciclo, allo smaltimento. Solo così sarà possibile rivoluzionare in positivo l’impatto ambientale di molti settori.
Ma entriamo nello specifico del design della scarpa.
La parte superiore è in una tela di filato “space waste yarn” appunto, i cui materiali riciclati di origine comprendono bottiglie di plastica, t-shirt e altri tessuti di vario genere. Tale tela, combinata con altri piccoli elementi di inserto, dona alla parte superiore del modello l’impressionante percentuale del 90% di origine riciclata.
Lo strato intermedio di ammortizzazione è composto da avanzi di schiuma ZoomX, derivante dagli scarti di produzione di altri modelli Nike da corsa, come la Nike Vaporfly 4% Flyknit. Il riciclo di tale schiuma permette di diminuire l’emissione di CO2 di almeno la metà rispetto alle altre schiume prodotte normalmente per la creazione delle suole.
La parte esterna della suola è invece formata da un composto di scarti di schiuma standard utilizzata sempre per la produzione di suole di altri modelli sportivi e un 15% di “Nike Grind”, coriandoli di plastica riciclata ridotta in elementi minuscoli da un processo meccanico. “Nike Grind” non permette solo di diminuire l’impatto ambientale del prodotto, ma dona una texture unica alla suola e diverse possibili combinazioni cromatiche.
Il nome astrale Space Hippie deriva dal metodo In-Situ Resource Utilization (ISRU), il principio secondo il quale durante le missioni spaziali il riutilizzo delle risorse disponibili è all’ordine del giorno data la scarsità delle stesse.
Nello spazio non sono previste missioni di supporto in grado di portare nuove provviste e materiali in caso di difficoltà, la questione climatica ci sta insegnando che potrebbe essere tristemente ma realisticamente vero lo stesso per la vita sul nostro pianeta.
Video and images courtesy of NIke