
Un centro di esplorazione sulla progettazione interdisciplinare
Commissionato dalla Princeton University allo studio di Architettura The Living, l’Embodied Computation Lab è uno spazio di fabbricazione per il dipartimento di Architettura dell’Università , ma è più di una semplice sede per macchinari come fresatrici CNC e simili, è un edificio che ospita ricerche sul futuro degli edifici. Esso combina sperimentazione architettonica, fabbricazione digitale ed elettronica sofisticata che rendono il Laboratorio un centro di esplorazione sulla progettazione interdisciplinare e sulla prototipazione.
Intenzionalmente incompleto, l’edificio diventa una struttura in continua evoluzione che può adattarsi ai rapidi progressi della tecnologia in ambito architettonico, l’edificio è un “edificio open source”, progettato per essere modificato ed evolversi nel tempo. Il progetto comprende un telaio aperto “incompleto” per ospitare nuovi sistemi di involucro, presenta una facciata con un sistema a “sgancio rapido” per consentire lo scambio e il collaudo di diversi pannelli. Gli spazi interni hanno un layout flessibile che permette la riconfigurazione di aule, laboratori, attrezzature robotiche, test e spazi espositivi, l’edificio mette a disposizione 1524 metri quadri per mettere in pratica differenti esperimenti architettonici.
L’edificio è un modello per nuovi approcci al tema della sostenibilità , questo include la sua struttura in legno lamellare rivestita con tavole da ponteggio recuperate dai cantieri di New York. Solitamente queste tavole vengono usate una sola volta e poi vengono buttate via, The Living ha deciso che questo sarebbe stato un ottimo materiale da cui partire “per una serie di sperimentazioni, molte delle quali hanno a che fare con la sostenibilità , ma anche con il superamento dei limiti del legno come materiale da costruzione”, dice Benjamin, fondatore dello studio.
Il team di progettisti si è unito ai ricercatori della facoltà Axel Kilian e Forrest Meggers, per capire i potenziali benefici termici del legno, in particolare dell’aria calda intrappolata vicino alla superficie dei nodi. Dovendo però analizzare circa 380 tavole manualmente, il team ha deciso di provare a costruire un macchinario che li potesse supportare in questa operazione, identificando e analizzando i nodi presenti nelle tavole. Dopo aver realizzato un macchinario che potesse mappare i nodi del legno e tradurre la mappatura in un file adatto ad un macchinario a controllo numerico, il team ha deciso di realizzare anche un macchinario per la sabbiatura CNC. Le tavole sabbiate sono state poi posizionate sulla facciata sud, con sensori posizionati dietro i nodi sabbiati per registrare gli spostamenti di temperatura nel corso del tempo in diverse stagioni, in diversi momenti della giornata e in diversi livelli di ombreggiatura, per vedere se la teoria sul potenziale di prestazione termica delle venature del legno regge.
Le tavole di facciata sabbiate quindi computazionalmente, mostrano i progressi nel calcolo dell’apprendimento automatico e la capacità di creare nuove esperienze estetiche a partire da materiali tradizionali.