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La rivincita dell’usato: il riutilizzo come strategia di economia circolare

Fin dalla comparsa dell’ormai celebre schema sull’economia circolare prodotto più di dieci anni fa dalla Ellen McArthur Foundation, il riuso di un prodotto è riconosciuto come prima opzione virtuosa al di fuori del sistema-utente di partenza. E in effetti, il riuso consente di prolungare la vita di un prodotto che non ci serve più nel modo più efficiente possibile, semplicemente attraverso un cambio di proprietario. Il riuso, a differenza del riciclo, non richiede nessun processo di trasformazione della materia, né una successiva lavorazione per ottenere un oggetto nuovo. Preserva, in sostanza, il prodotto in quanto tale, allungandone la vita.

1.1 Image 1 Second hand

Foto di Onur Bahçıvancılar, da unsplash

1.2 The circular economy Ellen MacArthur Foundation 2012 p24 Reproduced with permission
 

 

Ma come funziona il settore dell’usato? 

Come indicato nello schema, il riuso avviene di solito attraverso un intermediario, un fornitore di servizi che facilita il passaggio da un utilizzatore dall’altro. Può trattarsi di un luogo fisico, come i negozi di abbigliamento second-hand, che stanno diventando sempre più popolari soprattutto nelle grandi città del centro e nord-Europa; oppure – ed è in quest’ambito che sono avvenute le trasformazioni più interessanti – di uno spazio digitale, in cui far incontrare domanda e offerta di oggetti tra i più disparati. Dai gruppi su Facebook a piattaforme interamente dedicate alla compravendita dell’usato, sulla falsariga di quello che fu il primo ebay, sia di prodotti generalisti (Subito.it) sia specializzati (Vinted); fino al passaggio di proprietà senza scambio economico (“è tuo se te lo vieni a prendere”).

È il modello alla base dell’incredibile successo di Olio, la piattaforma inglese fondata da Tessa Clarke e Saasha Celestial-One, partita come iniziativa per evitare lo spreco alimentare e cresciuta fino a diventare luogo di cessione gratuita di una grandissima varietà di prodotti, con il motto “Liberati di ciò che non ti serve e sentiti bene”.

1.2 Olio

 

Le tecnologie digitali sono anche lo strumento con cui si punta all’allungamento della vita dei materiali per architettura attraverso il loro riuso. Software BIM che incorporano le informazioni sui pezzi (ad esempio gli elementi di una facciata) per facilitarne il riuso a fine vita, piattaforme per individuare possibili fornitori di materiali da costruzione recuperati, fino all’uso dell’intelligenza artificiale e dei big data per sviluppare app in grado di riconoscere i prodotti in situ e renderli disponibili per il riutilizzo o la rivendita tramite una piattaforma digitale.

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Foto di WonHo Sung su Unsplash

 

E in Italia? 

Al settore dell’usato nel nostro paese è dedicato il libro La Rivincita dell’usato, un bel lavoro di Pietro Luppi e Alessandro Giuliani, in uscita a breve per Edizioni Ambiente. Il libro parte da un dato importante: in Italia, oltre mezzo milione di tonnellate di materiali vengono sottratti annualmente allo smaltimento come rifiuti. Si tratta di vestiti, mobili, soprammobili, elettrodomestici, giocattoli e altro ancora, che vengono reimmessi in circolo grazie ad una rete di realtà spesso piccolissime, distribuite sull’intero territorio nazionale e in grado di ridare valore a beni che meritano una seconda e a volte anche una terza vita. 

 

1.5 cover Luppi Giuliani La rivincita dell usato
 

La Rivincita dell’usato offre un’accurata radiografia di questo incredibile settore attraverso il racconto del percorso che ha portato alla sua recente trasformazione, ma anche di tante storie individuali: dai mondi dei rigattieri e degli svuota-cantine, dei negozi di seconda mano delle associazioni di beneficenza, dell’usato in conto terzi, fino al settore in rapidissima crescita del second-hand nella moda. 

Uno strumento che invita a riflettere sulla natura stessa del sistema economico e sulle motivazioni che spingono i consumatori a fare le loro scelte d’acquisto. Per chiunque voglia progettare o pianificare attività di riutilizzo, ma anche per tutti i curiosi che desiderano sapere, per filo e per segno, che cosa succede con gli oggetti quando abbandonano il loro primo proprietario.

 

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