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La moda europea passa alla circolarità

L’8 novembre 2023 un parterre di altissima qualità si è riunito a Ecomondo, a Rimini, per discutere azioni, politiche e sfide del passaggio all’economia circolare dell’industria della moda.

Come anticipato nel dibattito di apertura, “Accelerare la trasformazione circolare del modello di produzione è il tema chiave dell’industria della moda italiana. Consorzi, centri di sviluppo e ricerca e hub circolari sono soltanto alcune delle soluzioni adottate da marchi del lusso e dalle associazioni di categoria per il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti di lavorazione […]. Gli obiettivi principali – partendo dal design e dalle materie prime per arrivare all’ottimizzazione della produzione e della logistica – sono massimizzare l’utilizzo di materiali riciclati e di lavorare sulla durabilità, riparabilità e riciclabilità a fine vita”.

In effetti il panorama delle iniziative in corso nel settore della moda è ampio e variegato. Carlo Capasa, Presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, ne ha introdotte alcune evidenziando le tendenze di cultura e consumo in linea con l’auspicato cambio di paradigma. Second-hand e noleggi supportati dai marchi sono ora canali chiave per esperire – non più necessariamente – possedere, capi e accessori griffati. Le Maisons puntano sempre più sulla durabilità emotiva e promuovono l’idea di più collezioni nel corso dell’anno con meno articoli prodotti. AI e CS sono strumenti fondamentali nella riduzione della sovrapproduzione, una difficoltà persistente nel business del fast fashion, dove i rifiuti pre-consumo raggiungono il 30% della produzione. Nell’estate del 2022, otto dei maggiori gruppi di moda italiani hanno creato ReCrea, un consorzio che si occupa del riciclo dei materiali come richiesto dall’introduzione in Europa degli schemi EPR (Responsabilità Estesa del Produttore). 

 

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Michael Lee

Sergio Tamborini, Presidente di Sistema Moda Italia, successivamente sostenuto da altri oratori su questo tema, ha ribadito l’importanza del ruolo di un legislatore nazionale, ancora non definito, per attuare la regolamentazione europea EPR in un settore che globalmente vale più di 3 miliardi di dollari. Norme e regole più chiare sono necessarie anche per impostare una catena del valore post-consumo, qualcosa in cui l’Italia potrebbe eccellere in tutta Europa, essendo la sua già esistente catena di riciclo seconda soltanto a quella turca.

I metalli sono materiali chiave per accessori di lusso e LEM Industries è un riferimento di mercato per la fornitura di materia prima, tecnologie, processi e prodotti finiti. Daniele Gualdani, amministratore delegato, ha condiviso con il pubblico un progetto, nato durante il rallentamento causato dal Covid-19, di urban mining di materiali critici. Eleonora Rizzuto, STC di Ecomondo, direttrice sviluppo sostenibile LVMH Italia e iniziatrice del panel, ha sottolineato l’importanza di questo canale di approvvigionamento di materie prime seconde, volto a ridurre l’impatto ambientale dell’industria. Grazie ai vari ruoli che ha ricoperto negli anni, Rizzuto ha sviluppato una vasta esperienza nella promozione di strategie di circolarità nel settore. È coordinatrice del sottogruppo Tessile, Abbigliamento e Moda per ICESP, Piattaforma Italiana degli Stakeholder dell’Economia Circolare; ed è una delle forze dietro °ù l’iniziativa Circulaire Italie – un hub italiano di circolarità dei materiali voluto del gruppo LVMH a supporto delle sue attività manifatturiere, di cui sicuramente risentiremo parlare presto.

Moda europea riciclo - Materially
Francois Le Nguyen

Mauro Scalia, direttore Business Sostenibile a EURATEX – European Apparel and Textile Confederation, ha trattato alcune delle sedici regolamentazioni in cantiere nell’UE per quanto riguarda il tema della circolarità nell’industria tessile: Ecodesign, EPD, definizione della sostenibilità tessile (ovvero durabilità). Una sfida essenziale è la regolamentazione della gestione dei rifiuti, che, secondo McKinsey raggiunge 7,5 milioni di tonnellate solo in Europa. 

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