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Seconda vita, nuovo linguaggio: riuso e riciclo nei progetti contemporanei

Il riuso di materiali recuperati e l’impiego di materie da riciclo o da scarto si sta affermando sempre più negli ambienti architettonici fino a sviluppare non solo nuove estetiche, ma un vero e proprio concetto di nuovo, non più inteso come ciò che nasce da zero, ma come ciò che rinasce o si trasforma.

Mentre Ecomondo, appena concluso, celebra questa tendenza esponendo produttori di materiali e tecnologie per la circolarità della materia e offrendo occasioni di confronto e presentazione di nuovi progetti di filiera, in ambito architettura nascono iniziative per promuovere e raccontare esperienze di progettazione circolare che ripensano l’uso dei materiali.

Materially ha contribuito come partner e come Membro della Giuria al progetto MARCH, un contest che premia un nuovo modo di progettare e costruire, promosso da una startup olandese. L’obiettivo: valorizzare progetti architettonici d’eccellenza che impiegano materiali e pratiche sostenibili, capaci di ridefinire gli approcci costruttivi e di favorire la transizione sostenibile. Molti dei progetti presentati si sono resi interpreti di questo concetto di nuovo rinato e trasformato, attraverso l’uso non solo di materie da riciclo ma anche e soprattutto di materiali ed elementi costruttivi di recupero, generando nuovi linguaggi espressivi che mescolano contemporaneità e tradizione locale.

Image courtesy di Sampling Architects

Augustine Garden’s, tra i progetti premiati, è un complesso residenziale firmato da Sampling Architecture. Nato dal recupero di ex edifici industriali, il progetto si fonda sul principio del riuso adattivo, con l’obiettivo di ridurre al minimo la costruzione ex novo e l’impiego di nuovi materiali, valorizzando al massimo le strutture preesistenti.

Le facciate mantengono l’estetica originale del periodo sovietico, in un affascinante intreccio di stili appartenenti a diverse epoche storiche, risultato delle numerose ricostruzioni avvenute nel tempo. I materiali utilizzati raccontano questa stratificazione: mattoni in ceramica, architravi metallici del XX secolo, e mattoni bianchi in silicato convivono armoniosamente. Il concetto di reclaimed non si limita quindi ai materiali, ma si estende alla stessa identità del complesso — un tempo spazio industriale, oggi trasformato in luogo abitativo.

Image courtesy di Adaptief Architectuur

Un altro esempio di riuso consapevole è il progetto di ristrutturazione S Piegel di Adaptief Architectuur, con l’intento di creare un’abitazione a consumo energetico zero. La circolarità ed il riutilizzo sono al centro dell’intera ristrutturazione: tutto ciò che non necessita di essere nuovo sarà realizzato con materiali riciclati, e tutto ciò che verrà acquistato nuovo sarà progettato per un futuro riutilizzo circolare. I mattoni provenienti da diverse demolizioni sono stati riutilizzati ad esempio, per realizzare la nuova facciata dell’abitazione. Allo stesso modo, i pannelli in fibrocemento di recupero sono stati impiegati come materiale isolante. Anche interruttori, piastrelle, prese elettriche, canaline e vari apparecchi di illuminazione sono stati recuperati da una discarica.
Oltre all’impiego di materiali di recupero, l’abitazione adotta una struttura in legno isolata con materiali naturali — come canapa, calce, scaglie di fibra di legno, fibra di cotone e pannelli di sughero — rendendo il progetto un esempio compiuto di architettura circolare.

Image courtesy of Jan Kattein Architects

Infine, consapevole dell’urgenza di ridurre l’impronta di carbonio, lo studio di architettura londinese Jan Kattein Architects ha realizzato The Paper Garden, la nuova sede dell’organizzazione Global Generation nel quartiere di Canada Water.
Lo studio ha ripensato l’intero processo costruttivo, sperimentando attraverso prototipi e modelli per minimizzare consumi e sprechi. Il risultato è un edificio composto per circa il 60% del suo volume da materiali di recupero.
All’esterno, la struttura presenta un rivestimento metallico proveniente da un capannone industriale dismesso, mantenendo la soletta, la copertura e la struttura portante in acciaio. Gli elementi angolari della facciata sono realizzati con traversine ferroviarie in rovere di recupero, donate da Network Rail.
Le pareti interne adottano la tecnica del cordwood, un antico metodo costruttivo che utilizza sezioni di tronchi di legno di diametro ridotto posati su uno strato di malta a base di calce. I pavimenti sono realizzati con circa duecento porte recuperate da una stazione di polizia locale in demolizione mentre pannelli in compensato utilizzati per le strutture interne sono ricavati da cesate di cantiere riciclate. Infine, le finestre provengono da scarti donati da un’azienda scandinava.

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