Produzione tessile: soluzioni alternative per un futuro sostenibile
L’industria tessile è uno dei settori più inquinanti al mondo. Gli impianti di produzione tessile emettono il 10% delle emissioni globali di gas serra e, producendo un’elevata quantità di acque reflue, causano il 20% di inquinamento idrico industriale. Diversi studi evidenziano che il consumo di acqua e le emissioni di CO2, nel settore tessile, sono destinate ad aumentare drasticamente: si stima infatti che dal 2015 al 2030 il consumo di acqua e le emissioni di CO2 aumenteranno almeno del 50%.
Images curtesy pixabay.com
La quantità e la composizione delle acque reflue dipendono principalmente dalla materia prima utilizzata e dal processo di produzione tessile. Nel 2019 sono state prodotte oltre 100 milioni di tonnellate di fibre tessili, una domanda destinata a raddoppiare entro il 2030 a causa della crescita della popolazione.
Per diminuire il proprio impatto ambientale, il settore tessile sta investendo in progetti volti a innovare il processo produttivo e a riconsiderare le materie prime utilizzate.
La cellulosa è, ad esempio, il componente principale del legno ed è il polimero1 più abbondante al mondo: le fibre a base di legno potrebbero avere quindi un ruolo importante all’interno di questa sfida.
Materially si occupa di questa tematica da diversi anni: dal 2015 al 2018 ha preso parte al progetto Trash-2-Cash, progetto finanziato nell’ambito del Programma di Ricerca EU Horizon 2020. Il progetto aveva l’ambizioso obiettivo di implementare tre particolari tecnologie produttive in grado di trasformare i rifiuti tessili in materia prima seconda2 di buona qualità per ottenere nuovi prodotti di alto valore.
Progetto Trash – 2- Cash
Una delle tre tecnologie produttive, implementate dal progetto, riguarda l’utilizzo della cellulosa, Ioncell® è una tecnologia che trasforma i tessuti usati, la pasta di cellulosa o anche i vecchi giornali in nuove fibre tessili in modo sostenibile e senza l’utilizzo di sostanze chimiche dannose. Il processo converte la cellulosa in fibre che a loro volta possono essere trasformate in tessuti resistenti e di lunga durata.
Image curtesy of Ioncell®, Photo by Eeva Suorlahti
Sempre con l’obiettivo di cercare di ridurre l’impatto ambientale del settore tessile a partire da un nuovo utilizzo della cellulosa, Materially attualmente è partner del progetto GRETE (Green chemicals and technologies for the wood-to-textile value chain), finanziato nell’ambito del Programma di Ricerca EU Horizon 2020 – Bio-Based Industries Joint Undertaking. Il progetto infatti si pone l’obiettivo di ridurre le sostanze chimiche tossiche e di modificare i processi industriali di elevato impatto ambientale nella lavorazione delle fibre di cellulosa.
Le innovazioni tecnologiche introdotte dal progetto GRETE rispondono alla domanda crescente di fibre tessili sostenibili, che consentono l’uso di pasta Kraft come materia prima per la produzione di fibre tessili artificiali di alta qualità.
Un traguardo importante sarà la riduzione di sostanze chimiche tossiche attraverso soluzioni tecnologiche sicure e sostenibili anche per la produzione di fibre di cellulosa artificiale. Il progetto GRETE interverrà inoltre anche sulle fasi di trattamenti di finitura e tintura dei tessuti, riducendo l’inquinamento e lo spreco dell’acqua.
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1 La cellulosa è un polimero del glucosio che si trova nella maggior parte delle piante
2Le materie prime seconde sono costituite da sfridi di lavorazione delle materie prime oppure da materiali derivati dal recupero e dal riciclaggio dei rifiuti.