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Materiali in Evoluzione: Cosa ci aspettiamo dal 2025

Quali sono le principali direzioni da cui ci attendiamo delle novità nel mondo dei materiali? Sebbene la riduzione dell’impatto ambientale di prodotti e processi rimanga il tema di fondo, tre ambiti ci sembrano particolarmente promettenti perché in grado di aprire nuove prospettive a livello di materie prime, applicazione nei processi industriali e gestione dell’intero ciclo di vita dei prodotti.


Il primo riguarderà leggerezza e riduzione. Non è certo una novità che la riduzione del peso e della materia in genere sia un fattore cruciale per abbattere l’impatto ambientale; ma nel settore automotive, ad esempio, la leggerezza sarà sempre più essenziale per incrementare l’autonomia e l’efficienza dei veicoli elettrici. E il tema va oltre l’uso di materiali tradizionalmente leggeri, come leghe e compositi avanzati: investirà anche la progettazione di strutture con geometrie complesse che ridurranno l’impiego di materiale mantenendo prestazioni meccaniche elevate, spesso attraverso l’ausilio di intelligenza artificiale, biomimetica e di tecnologie di produzione additiva.

Bionicast: componenti del telaio nella nuova Mercedes EQS sono stati modificati per ridurre il peso aumentando la rigidità.

E’ il caso ad esempio di Bionicast, una tecnologia sviluppata nel 2022 da Mercedes-Benz che identifica elementi strutturali progettati secondo principi di biomimesi e già trasferita attraverso tecnologie digitali avanzate ad alcuni modelli di produzione, per un risparmio di materiale e peso del 20% rispetto ai pezzi tradizionali.

La Natura non ispirerà solo le strutture ma anche la composizione dei materiali. Ci aspettiamo infatti un incremento di soluzioni bio-based, ovvero a partire da risorse rinnovabili, idealmente di scarto, in sostituzione di materiali da fonti fossili. Oltre alle materie prime più tradizionalmente naturali, come fibre vegetali, legno e carta, materiali alternativi alla pelle, la biochimica avanzata (di cui abbiamo scritto nell’editoriale di apertura del numero di ottobre di Renewable Matter) propone già soluzioni funzionalizzanti per il packaging, per l’impermeabilizzazione dei tessuti in sostituzione dei composti fluorurati, per il colore strutturale, attraverso lo sviluppo di pigmenti biobased di ispirazione biomimetica.

Image courtesy Unsplash

Le proteine della seta, di cui abbiamo presentato applicazioni interessantissime nel corso della Milano Design Week 2024, continueranno ad ispirare progetti di ricerca per applicazioni funzionali, come in questa ricerca del MIT per la realizzazione di materiali per il comfort acustico. Si tratta di un tessuto, appena più spesso di un capello umano, formato da una fibra speciale che vibra se sottoposta a tensione elettrica, generando un “rumore bianco” che abbatte il disturbo sonoro e funge da isolante acustico.

Parleremo ancora di materiali bio-based nel corso degli Innovation Days 2025, anche in collaborazione con Spring, il cluster italiano della bioeconomia circolare.

Nell’immagine: MC 925201 - Soluzione di tracciabilità fisica basata sul DNA. Il marcatore viene sciolto in un liquido, acqua o olio, e poi spruzzato sul prodotto; resiste ai processi di lavorazione tessile e fornisce dati su origine, composizione e percorso di ogni prodotto lungo la filiera.

E siamo quindi al terzo tema, forse il più significativo: ovvero Tracciabilità e Misurabilità, due concetti al centro dell’economia circolare come nuovo paradigma produttivo. Conoscere la provenienza, la composizione e l’effettivo impatto dei materiali non sarà solo una necessità normativa, ma sempre più una leva strategica per la competitività aziendale.

In questo senso il Digital Product Passport (DPP) assumerà maggiore rilevanza, fornendo informazioni sulla composizione del prodotto e delle materie prime utilizzate, nonché sulla loro tracciabilità lungo l’intera catena del valore. Con l’introduzione di regolamenti europei, il DPP diventerà un requisito obbligatorio per molte categorie di prodotto e le imprese saranno chiamate a fornire dichiarazioni ambientali di prodotto (EPD) e altri strumenti di rendicontazione ESG, per dimostrare l’effettivo impatto ambientale dei loro prodotti, ripulito dalle generiche affermazioni greenwashing.