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Sailing Circular 1

Vivere il mare: materiali per una navigazione sostenibile

Da decenni l’immaginario di molti associa l’estate a vacanze marine e sempre più spesso a bordo di una barca: un trend culturale di immediato impatto economico. Dopo lo stop legato al Covid infatti, l’industria nautica mondiale prevede entro il 2027 una crescita del 5,1% mentre i costruttori italiani negli ultimi due anni hanno raggiunto fatturati record.

Sailing Circular 1
Image by Usnplash

L’altro lato della medaglia di questo boom produttivo sono le conseguenze sull’ambiente. Solo in Europa, quasi 80.000 barche ogni anno vedono la fine del loro ciclo di vita, ma solo 2.000 di loro vengono sottoposte a un adeguato processo di smantellamento. Negli ultimi anni sono emerse alcune proposte per affrontare questa problematica, ma come in ogni settore i tempi sono maturi per una rivoluzione paradigmatica, dalla gestione problematica del fine vita alla progettazione consapevole, a partire da materiali eco-compatibili.

Un buon esempio in questo senso è rappresentato da Vaan Yachts. L’azienda olandese ha implementato una strategia per produrre yacht di lusso completamente riciclabili, che prevedono l’impiego di alluminio recuperato da altri settori come quello degli infissi e dalla cartellonistica stradale. Alcune componenti contengono più del 75% di materiale riciclato.

Sailing Circular 2

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Molte altre soluzioni sono utilizzabili non solo per le parti tecniche, ma anche per gli interni, dove solitamente sono necessari materiali leggeri e meccanicamente performanti: si va dal decking realizzabile in sughero certificato FSC, che offre sia comfort che proprietà isolanti funzionali, fino ai tessuti riciclati o biofabbricati per la realizzazione di imbottiture e tappezzerie.

E i materiali di scarto già immessi nell’ambiente e che potremmo incontrare navigando in mare?

Sailing Circular 3

Image by Usnplash

La maggior parte dei rifiuti proviene da materiali a base di plastica come prodotti di consumo realizzati in PET, reti da pesca, corde e tessuti tecnici che sono per lo più costituiti da fibre aramidiche: questi materiali, per la loro stessa natura intrinseca, non si decomporranno nei secoli e sono presumibilmente destinati a danneggiare la vita marina.

Mentre promuoviamo la protezione del nostro ambiente attraverso la responsabilità delle nostre azioni, che può avvenire per esempio attraverso la raccolta dei rifiuti che potremmo incontrare durante il nostro viaggio, è utile sapere che  negli ultimi anni sono nate sempre più iniziative a livello commerciale e industriale per il recupero di tali materiali.

Dalla raccolta e dall’upcycling delle tele per vele, nuove start-up e aziende hanno già lanciato sul mercato prodotti commerciali come borse, shopper e tote bags.

Altri player industriali, come le aziende manifatturiere, hanno già sviluppato processi per rigenerare il nylon proveniente dalle reti da pesca, arricchendo così il mercato con delle vere soluzioni rispettose dell’ambiente.

Materially supporta le aziende nella scelta di soluzioni materiali per ridurre l’impatto ambientale dei prodotti. Vuoi saperne di più?