Padiglione in materiale biocomposito a Stoccarda
Lo scorso Agosto il dipartimento BioMat (che concentra la propria ricerca sull’applicazione di materiali biobased in architettura) della facoltà di Building Structure e Structural Design dell’Università di Stoccarda (ITKE) ha progettato e costruito un padiglione in materiale biocomposito, un prototipo interessante nel campo dell’architettura sostenibile.
Tre travi lignee curve che si incrociano nel centro della copertura del padiglione sorreggono una struttura progettata grazie al calcolo parametrico e realizzata in materiale biocomposito.
Gli elementi che compongono la copertura sono costituiti da pannelli curvi ricavati da un impasto di fibre naturali (scarti del settore agricolo) e un tipo di bioplastica secondo un processo di estrusione. Questi pannelli rispetto presentano una flessibilità incredibilmente maggiore rispetto a quelli normalmente realizzati in MDF e permettono di essere modellati persino con forme a doppia curvatura senza ricorrere a trattamenti a base di calore o acqua.
I pannelli, tagliati tramite CNC, vengono quindi laminati con due strati esterni sottili di impiallacciatura, anch’essi in grado di reggere la doppia curvatura che viene impressa in un processo all’intera stratificazione. Questa laminazione permette di migliorare le proprietà meccaniche che il singolo pannello biocomposito interno avrebbe.
Con una tecnica simile un altro pannello a fibre monodirezionali e quindi più rigido è stato creato per realizzare i nodi centrali della struttura di copertura. I pannelli sono stati quindi incollati e configurati nei vari moduli (parte centrale e parti flessibili) e infine i moduli fissati tramite viti tra di loro. L’utilizzo delle viti ha permesso non solo un montaggio veloce ma anche un eventuale facile smontaggio e riutilizzo dei singoli moduli in un’altra configurazione se necessario in un secondo momento.
L’intera copertura, composta dai moduli, è stata quindi posata come un grosso velo di tessuto sulla struttura formata dalle tre travi e quindi fissata ad essa. Le fondazioni delle tre travi sono state poste a diverse altezze per adattare dolcemente la copertura del padiglione al contesto circostante e ogni suo componente è stato trattato con un layer protettivo solitamente usato per le strutture lignee come protezione dagli agenti atmosferici.
Il padiglione si presenta come un importante passo avanti nel dimostrare come scarti provenienti da altri settori, come quello agricolo in questo caso, possano essere efficacemente utilizzati per la creazione di strutture architettoniche sostenibili dalle elevate prestazioni tecniche.