Materiali a base di alghe: un ritorno promettente
Recentemente sono state condotte in tutto il mondo numerose ricerche sui nuovi processi di raffinazione riguardanti l’uso delle alghe.
Mentre la maggior parte della ricerca una decina di anni fa era principalmente incentrata sullo sfruttamento di tale risorsa sotto forma di microalghe per la produzione di nuovi combustibili o sostanze chimiche sostenibili, gli studi attuali sembrano promettenti per quanto riguarda uno sviluppo ulteriore a partire da questo settore.
Alcune aziende al momento hanno estratto con successo da alghe coltivate in modo sostenibile nutraceutici e cosmeceutici bioattivi adatti alla salute e alla cura della persona.
Si noti che questo è stato possibile grazie alle ultime innovazioni provenienti dalla cosiddetta “chimica verde”. Uno dei vantaggi specifici di tali composti è quello di poter sostituire le soluzioni esistenti ad alta intensità di risorse, pur mantenendo la piena compatibilità con i processi di digestione anaerobica a fine ciclo di vita.
Image by Sway Packaging
Altre aziende sono riuscite a brevettare processi in cui le alghe raccolte come materia prima rigenerativa vengono utilizzate per produrre materiali di imballaggio di prossima generazione, ottenendo la certificazione per la compostabilità domestica e anche la conformità al contatto con gli alimenti. Alcuni di questi possono anche essere semplicemente definiti “commestibili”.
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Gli sviluppi in questo campo non si sono limitati alla sintesi di composti chimici o di soluzioni per l’imballaggio e il packaging: hanno anche reso possibile l’ideazione di fibre alternative per l’industria tessile a base di alghe, definitivamente uno degli organismi più rigenerativi del pianeta.
Questi scenari non rappresentano solo dei casi studio di design rigenerativo, ma stanno definendo ulteriormente un percorso verso il futuro dei materiali usa e getta e circolari.
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