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Introduzione alla Newsletter di Aprile 2020

Sabato 21 mattina, nel percorrere il tratto erboso tra casa e box, ho notato che erano spuntate alcune margherite, che non c’erano il giorno prima.

Le ho rimproverate: “ma come – ho detto loro – stiamo tutti soffrendo per come questo Signor19 ci fa essere preoccupati per la salute dei nostri cari, e per come ci sta complicando la vita, e voi siete là, come bianchi sorrisi su gradevole sfondo verde, ad annunciare la primavera?”

“Appunto – mi hanno risposto – desideriamo dare il nostro piccolo contributo a farti capire che questa tragedia finirà, e che bisogna sin da adesso prepararci al dopo, giovandoci quel che di positivo questa esperienza ha insegnato a te ed agli altri esseri umani.”

E ciò mi ha fatto venire in mente che il mondo è stato afflitto da tante epidemie ed esperienze distruttive e fonti di dolore, alla conclusione delle quali tuttavia v’è stata sempre una reazione positiva.

Tre esempi, lontani nel tempo e diversi nel come si configurarono.

Quando nel 476 D.C. l’Impero romano si dissolse, prevalentemente a causa di un’epidemia che aveva decimato l’esercito romano, l’occidente fu percorso da fermenti artistici, religiosi e filosofici che dettero vita a un vero e proprio rinascimento del pensiero romano di espressione latina, che nel secolo e mezzo precedente era stato messo un po’ in ombra da quello di lingua greca. 

La peste che imperversò in Europa negli anni 1347–1348, fece 25 milioni di vittime, un terzo della popolazione del vecchio continente; ma Milano, città operosa e vibrante, riuscì, raccontano le cronache, a ridurne l’impatto. Ebbene, fu proprio sull’onda di quella peste che in Italia nacque quella che oggi chiamiamo Sanità Pubblica.

Chissà se, tra i vantaggi del dopo, non vi sia una spinta all’attuazione Riforma del 1978 che avrebbe dovuto migliorare il Sistema Sanitario Nazionale?

Quando, circa 57 anni fa, la nostra Italia fu sconfitta e semidistrutta; ebbene, voi sapete come essa è rinata e rifiorita, grazie alle energie e alla lucida determinazione  dei sopravvissuti.  E, quella volta, eravamo stati messi a terra da un nemico ben identificabile; mentre per la pandemia che oggi ci affligge, dovremo difenderci da, e sconfiggere, noi, un nemico invisibile.

Tornando all’esortazione delle mie margherite, che nel frattempo sono appassite, abbiamo pensato di dedicare questa Newsletter a due argomenti che hanno a che fare con il dopo: il legno e l’informatica.   

Il legno, un materiale, un dono che la natura ci ha fatto per esserci utile in modi tanto vari, per le sue doti meccaniche e per la sua capacità di “dialogare” con altri materiali che ne fanno emergere potenziali nascosti. Inoltre, con le sue venature, diverse per le diverse essenze, esso è portatore di un linguaggio amico, che parla ai nostri sensi: alla vista, al tatto, all’olfatto.

E a SUPER-WOOD superlegno, SULAPAC e al prototipo di padiglione in materiale biocomposito progettato dall’Università di Stoccarda, sono dedicati gli articoli di questo mese.

Il SUPER-WOOD è un ottimo risultato delle costanti ricerche nel campo dei nano materiali.

Ancora più interessante – e non me ne vogliano i professori Liangbing Hu e Teng Li.Il che hanno guidato il gruppo di ricerca dell’Università del Maryland, autori del  SUPER-WOOD, è il

SULAPAC, pensato da due ricercatrici finlandesi, composto da materie prime rinnovabili e sostenibili, biodegradabili al 100%: dunque, una plastica lignea stampata ad iniezione.

Richiamo la Vostra attenzione sul fatto che il SULAPAC può essere digerito e trasformato da microorganismi presenti nei nostri oceani: un chiaro, lungimirante esempio di Economia Circolare, locuzione – lo garantisco – ignorata da quei microorganismi.

Un terzo capitolo è invece dedicato all’informatica che, dovendo in questi giorni rinunciare a dialogare di persona, parlando e guardandoci in faccia, sta impennando la domanda di soluzioni, piattaforme, software e dispositivi per lo smart working e le attività di e-learning, mostrando il proprio ruolo di formidabile e multiforme servitore al nostro bisogno di comunicare.

Di questo prezioso fenomeno, soprattutto per chi, dei nostri lettori, è esperto ed interessato, abbiamo pensato di illustrare alcuni attuali punti deboli che le imprese che si occupano della rete, stanno gradualmente correggendo.  

Per noi che ci interessiamo di innovazione, poi, l’informatica è una delle tecnologie digitali che stanno sostituendo, come motore della crescita, macchine tecnicamente più evolute con idee ed informazioni codificate in bit trasmissibili con costi molto contenuti.

Concludo. Oggi, conviviamo con il timore del contagio, con il dolore per persone care che ci hanno lasciato e per quelle che ci danno segni di preoccupazione, e con l’incertezza di “quando finirà”.  Ma dobbiamo prepararci al dopo, che si gioverà di quel che di positivo l’esperienza attuale ci ha insegnato.

In altre parole, mentre soffriamo per quel che ci dà il presente, dobbiamo avere lo sguardo in avanti: ce lo dice la storia e la nostra voglia di vivere, che non deve attenuarsi.

Presidente Materially
Rodrigo Rodriquez

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