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Circolarità nei pavimenti sintetici

Domotex 2024 ha preso sul serio il sottotitolo della manifestazione: Floored by Nature. Lo ha fatto attraverso il Green Collection Award, un premio dedicato ai prodotti valutati più sostenibili da una giuria di grande spessore; attraverso la mostra Il cielo in una stanza, curata da Materially, e attraverso una serie di panel talk e interventi tecnici e divulgativi che nell’insieme hanno fornito una visione aggiornata dello stato dell’arte di questo settore per quanto riguarda le prospettive e strategie di circolarità. Ne segnaliamo qui alcuni dedicati a prodotti a base polimerica, dunque al mondo delle moquette.

Ansgar Paschen del TFI-Institut für Bodensysteme ha presentato il progetto CTextile, CLaminate, CVinyl finalizzato all’identificazione di linee guida per la trasformazione circolare delle filiere coinvolte. Gli aspetti su cui il progetto si concentra sono progettazione strutturale, materiali, produzione, posa, etichettatura, riciclabilità. Per i flessibili tessili la complessità del tema è collegata alla complessità dei materiali coinvolti. Supporto, collanti, strati intermedi, pelo delle moquette a fine vita tipicamente rendono il prodotto destinato alla combustione o alla discarica. A titolo di esempio, a livello di progettazione strutturale vengono suggeriti prodotti monomaterici (un solo polimero di alta qualità) o, in caso di necessaria compresenza di due materiali, o la cui riciclabilità sia facilitata da uno strato di separazione (colla di separazione a caldo) che ne permetta il disassemblaggio.

Anche il progetto CISUFLO, nato da un finanziamento Horizon 2020, collega aziende della filiera del tappeto continuo flessibile con l’obiettivo di individuare modalità di produzione, recupero a fine vita e riciclo a livello sistemico. Tra vari, il tema dell’accesso al rifiuto è centrale per l’implementazione di metodi meccanici o chimici di riciclo delle materie prime. Pur avendo individuato vari approcci a livello laboratoriale, se il ritiro dei materiali usati non è fatto in modo omogeneo su larghi territori, garantendo la conservazione di materie base nel rifiuto, ad esempio, si incontreranno difficoltà di applicazione dei metodi studiati.

Tra i progetti-pilota di CISUFLO quello relativo ai pavimenti in laminato è curato da Unilin che ha raggiunto un livello di applicazione industriale arrivando a produrre 1,4 tonnellate / ora di contenuto riciclato ottenuto dallo sbriciolamento di pannelli di legno a fine vita e la separazione da collanti. Come sottolineato da Sébastien Combey della divisione Pavimenti flessibili, un tema centrale nelle pratiche di recupero è e sarà quello dell’etichettatura che permetta di risalire alla composizione materica dei rifiuti. In questo senso le tecnologie RFID danno ottimi risultati – possibilità di leggere i contenuti anche dopo la posa – ma implica costi aggiuntivi. Laddove la componente economica del passaggio alla circolarità è, insieme a quella tecnica e logistica, molto sentita, in questa fase sono più facilmente utilizza tecnologie a costo zero quali il QR code.

Jane Gardner dell’European Resilient Flooring Manufacturers’ Institute ha sottolineato alcuni fattori propulsivi che negli ultimi anni hanno accelerato la svolta circolare del settore. Tra gli altri, il mercato sempre più attento al tema del riciclo; il Green Deal dell’Unione Europea, che negli ultimi anni ha generato cinquantadue norme quali l’assimilazione dei materiali per pavimenti flessibili ai prodotti da costruzione, con il conseguente obbligo di contenuto riciclato e di passaporto del prodotto; schemi nazionali quali quello di Responsabilità dei Produttori in Francia secondo cui i produttori devono contribuire economicamente a organizzazioni che si occupano di recupero e riciclo.

Presentando il progetto “Born R2R – Rigenerate to be Rigenerated”, Cristina Stefani di Aquafil ha sottolineato l’importanza del coinvolgimento di tutta la filiera per il raggiungimento di una reale circolarità del settore. Fondamentale è che i produttori di moquette e tappeti utilizzino approcci di Eco-desing, e quindi che pensino fin dalla fase iniziale di progettazione a come i materiali possano essere riciclati invece di essere smaltiti in discarica, consentendo così la chiusura del cerchio.

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