AirBubble air-purifying eco-machine, l’eco-padiglione bio-digitale alimentato ad alghe che purifica l’aria
ecoLogicStudio, studio di architettura londinese guidato da Claudia Pasquero e Marco Poletto, ha progettato AirBubble air-purifying eco-machine, un futuristico padiglione trasparente definito un progetto bio-digitale il cui intento è dimostrare come l’integrazione avanzata della biotecnologia nell’ambiente costruito possa portare a una nuova generazione di architetture viventi.
Il progetto è il successore di Air Bubble biotechnological playground, definito il primo parco giochi biotecnologico al mondo, che integra alghe purificatrici dell’aria. Essendo una delle città più inquinate d’Europa, la polacca Varsavia era stata scelta come luogo dove sperimentare l’attivazione di questo speciale progetto sviluppato in collaborazione con Otrivin®.
Allestito in Scozia a Glasgow, il nuovo padiglione utilizza la tecnologia di integrazione avanzata della fotosintesi nell’ambiente costruito Photo Synthetica e può avere funzione sia di luogo di svago, sia di aula in grado di ospitare lezioni e conferenze.
È costituito al 99% da aria, acqua e colture fotosintetiche viventi di Chlorella (o Clorella), alghe verdi unicellulari che purificano l’aria al suo interno dall’85% degli inquinanti urbani: un flusso costante di circolazione dell’aria assorbe i sei principali inquinanti particolato fine PM2.5 e PM10, ozono a livello del suolo (O3), biossido di azoto (NO2), biossido di zolfo (SO2) e monossido di carbonio (CO).
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Attraverso i suoi 24 fotobioreattori (12 per lato), questo sistema agisce da organismo bio-digitale basato su un nuovo tipo di simbiosi – più sono le persone che giocano al suo interno, più l’aria diventa pulita – ed è in grado di assorbire il 97% dell’azoto e il 75% del particolato nell’aria. Contiene 6.000 litri d’acqua che supportano 200 litri di colture viventi di Chlorella che filtrano 100 litri di aria urbana inquinata ogni minuto. Le pressioni dell’aria e dell’acqua sono contenute da una membrana di TPU dello spessore di soli 0,5 mm e che occupa solamente l’1% in volume e il 5% in peso della struttura complessiva, la cui tenuta complessiva è resa possibile dalla sua organizzazione cellulare tridimensionale.
Image curtesy of ecoLogicStudio – ©NAARO
Il nome dello studio, la cui cifra stilistica e contenutistica è l’attribuzione di un alto valore estetico all’innovazione ecologica, è tratto dalla raccolta di saggi e conferenze Steps to an Ecology of Mind (pubblicata in italiano con il titolo Verso un’ecologia della mente) di Gregory Bateson, in cui l’autore scrive di ecologia come interconnessione di vari sistemi umani e non umani tramite linguaggi che sono sia logici, sia metalogici, ovvero quello che i fondatori dichiarano di fare con linguaggi materiali o visuali, quali possono essere il design e l’arte.
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