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Tappeti magici tra arte, natura e territorio

Il tappeto è uno degli oggetti d’arredo più antichi: il più antico tappeto a noi pervenuto, noto come “tappeto di Pazyryk”, risale addirittura al V-IV secolo a.C. Da allora, l’arte del tappeto (tessuto o, più comunemente, annodato con tecniche anche molto diverse tra loro) si è grandemente evoluta: e tuttavia anche nel 2024 si ritrovano direzioni di progetto ed estetiche che affondano le loro radici nella tradizione.

Innanzitutto, nei materiali: lana, seta, cotone, canapa, cocco e altre fibre naturali dominano le proposte più interessanti. Sono materiali che raccontano storie di territori e di tradizioni manifatturiere locali, attraverso il cui uso è possibile recuperare e risparmiare risorse e sfruttarle nel miglior modo possibile. 

Ne è un esempio il progetto “Tinto in Pecora” di Mariantonia Urru, raccontato all’interno della mostra “Il cielo in una stanza”.

Si tratta di una collezione di 7 tappeti iconici dell’azienda sarda realizzati esclusivamente con colori derivati dalla lana naturale acquistata dagli agricoltori e pastori locali. Tutta la gamma di colori è realizzata senza alcun intervento chimico; mescolando diverse quantità di lana di pecora bianca e nera si ottiene una palette finale di sette colori che va dall’ecru fino al moretto scuro.

Image courtesy Mariantonia Urru

Dai materiali naturali ai materiali usati o recuperati. 
G.T. Design fornisce due esempi di come la creatività e l’upcycling possano dare vita a prodotti sostenibili e accattivanti. 
MeatPacking Antique Hemp è una collezione di tappeti prodotti utilizzando tele antiche di recupero in fibra di canapa. Mentre i tappeti della collezione MeatPacking Patchwork sono prodotti utilizzando frammenti di tappeti vintage di età compresa tra 30 e 50 anni, provenienti principalmente dalla Turchia. I frammenti vengono decolorati, tinti con coloranti privi di azoto e atossici, e riassemblati per dare vita a disegni originali e affascinanti.

Image courtesy G.T. Design

Assistiamo quindi al recupero da vecchi tappeti ma anche da materiali di scarto. Ispirazione questa che ci riporta ad un progetto presente nella Material Library con il codice 716801. Si tratta di tappeti tridimensionali realizzati a mano dalle donne dei villaggi del nord della Thailandia. Piccoli tubicini di scarti di tessuto di cotone recuperato dalle industrie tessili sono cuciti attorno ad un tessuto di base, dando vita a tappeti colorati e dall’aspetto giocoso e divertente.

Material ConneXion Library con codice 716801

Paragrafo a sè è dedicato a Lila Valadan, artista tedesco-iraniana con una lunga tradizione familiare nel mondo dei tappeti, che presenta “Night Time in A Palace”, una serie di spettacolari installazioni in cui i tappeti vengono inseriti in un contesto decorativo che ne esalta gli aspetti materici e cromatici.

Valadan, che utilizza con grande maestria le tecniche tradizionali persiane, uniche al mondo, del tappeto annodato, esplora il tema dell’”effetto consunto” in maniera del tutto originale, sviluppando disegni interrotti, mescolando lucido con opaco e lavorazioni con rilievi diversi. L’installazione è arricchita da oggetti sospesi che scendono dal soffitto – lampade, piume, ciuffi – e da punti-luce diretti o soffusi che, assieme a colori caldi dominanti come rosso e beige, contribuiscono a creare un’atmosfera magica e fuori dal tempo.

Il risultato è un “connubio etereo tra sogno e realtà, un incontro surreale tra arte, design e tappeti”, come lo descrive la stessa artista.



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