
Tre materiali innovativi per la salvaguardia degli oceani
Inquinamento, presenza di rifiuti e fenomeni di acidificazione dei mari e degli oceani costituiscono ad oggi un problema globale con gravi conseguenze per l’ambiente, la fauna marina e la salute umana.
Per rimediare, pratiche di raccolta e riciclo di materiali già dispersi – o a rischio dispersione – nell’ambiente naturale, sono state avviate negli ultimi anni con l’intento di salvaguardare le barriere coralline e la biodiversità.
Dal database di Material ConneXion, il team di advisory e ricerca di Materially, esperto in materiali innovativi e sostenibili, ha selezionato tre materiali sviluppati in un’ottica di tutela e conservazione dell’ambiente marino.

Realizzati interamente a mano, questi rivestimenti murali per superfici verticali e orizzontali, si distinguono per la loro texture e il loro aspetto unico, frutto del recupero e del riciclo di minerali provenienti da sedimenti marini e portuali.
Il materiale è composto esclusivamente da argilla e sabbia, che vengono lavorate attraverso un processo artigianale che non richiede cottura. Questa tecnica di solidificazione naturale ispirata alla diagenesi, permette di ottenere materiali da sedimenti marini senza cottura, contribuendo a un’edilizia a basso impatto ambientale. In questo caso, la solidificazione avviene modellando il materiale direttamente nello stampo finale desiderato.
L’assenza di cotture ad alte temperature comporta un notevole risparmio energetico: il consumo necessario è fino a 4-5 volte inferiore rispetto a quello richiesto per la produzione di cemento. Il risultato è un prodotto estremamente resistente ideale per applicazioni di interior design.

Il granulato di poliestere (PET), può essere interamente ottenuto dal riciclo di rifiuti plastici ributtati a terra dal mare e raccolti sulle coste e dalle discariche abusive. Il materiale è stato sviluppato e testato da un’azienda svizzera in collaborazione con l’Istituto per la tecnologia dei materiali e la lavorazione delle materie plastiche dell’Università di Scienze Applicate di Rapperswil. Insieme agli scienziati, l’azienda ha identificato un processo che rigenera i granuli di plastica, riparando i danni causati dai raggi UV e dall’acqua salata nel tempo.
Affinché le prestazioni non vengano compromesse, ad oggi, ancora molti prodotti vengono realizzati con plastica contenente solo il 30% circa di materiale riciclato. Questo processo consente invece di superare le attuali limitazioni, in modo da diminuire la dipendenza da materiale vergine. Nel primo anno di attività dell’azienda, sono state lavorate più di 150 tonnellate di materiale per aziende in Svizzera, Nord America e Corea del Sud.
Adatto allo stampaggio a iniezione, il materiale può essere utilizzato per i più svariati campi applicativi: dal settore dell’automotive, al mondo del design e del prodotto industriale.

Le barriere coralline coprono meno dell’1% del fondale oceanico, ma ospitano oltre il 25% della biodiversità marina. A causa delle attività naturali e antropiche, negli ultimi anni questi ecosistemi hanno subito un rapido declino in tutto il mondo, al punto da prevedere che il 90% di esse scomparirà entro il 2050. Per contrastare questa perdita, sono stati sviluppati prodotti innovativi progettati per favorire la rigenerazione delle barriere coralline nelle aree più colpite.
Interamente realizzate tramite stampa 3D, queste piastrelle sono composte al 100% da terracotta, un materiale naturale e completamente compatibile con l’ambiente oceanico. Al contrario, altri prodotti simili spesso impiegano cemento o metallo, materiali poco adatti e potenzialmente dannosi per gli ecosistemi marini. Nel processo di produzione, l’argilla viene preparata aggiungendo acqua per portarla al giusto livello di umidità, quindi inserita in un cilindro per essere successivamente stampata. Una volta completata la stampa, le piastrelle vengono infine cotte in forno, conferendo ad essere il colore caratteristico. La particolare forma delle piastrelle è stata studiata per accogliere e sostenere la crescita delle barriere, offrendo superfici e cavità ideali per l’insediamento di coralli e altre forme di vita marina.
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