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Il potere del design: come progetto 2050 trasforma il sovraconsumo in oggetti manifesto - Materially

Il potere del Design: come il progetto 2050 trasforma il sovraconsumo in oggetti manifesto

Project 2050 è un progetto di ricerca di design di Elisabeth Vidal, esposto a Montpellier durante la Design Week francese dello scorso anno. L’opera è il risultato di anni di riflessione sull’uso singolo di materiali della quotidianità che inevitabilmente hanno fatto parte della nostra vita, soprattutto durante i tempi difficili della pandemia COVID. In generale, la convenienza dei prodotti monouso, spesso associata all’evoluzione tecnologica e allo sviluppo economico, ha iniziato a rivelare i suoi veri costi, esponendo le conseguenze ambientali di questo modello di utilizzo  ed i cambiamenti che si sono verificati nel nostro rapporto con gli oggetti.

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Foto di Elisabeth Vidal, fondo di una scatola di cioccolatini in PET riciclabile, maschere respiratorie in tessuto di polipropilene

Mentre nel 2020 lo scenario globale stava improvvisamente cambiando, gli oggetti usa e getta come mascherine, guanti, altri DPI e contenitori di plastica monouso per alimenti e non sono stati ampiamente prodotti ed impiegati per motivi igienici e sono stati resi di fatto obbligatori, rappresentando il  primo degli strumenti di base disponibili per la prevenzione del contagio.

L’intera situazione ha accelerato il processo creativo alla base del progetto, poiché ha naturalmente dimostrato con forte evidenza i concetti sviluppati dalla designer, in modo molto distintivo e innegabile.

L’utilizzo di contenitori e strumenti in plastica usa e getta si è rivelato efficace nel fornire rapidamente una prima barriera dalla contaminazione, proteggendo persone e beni da agenti patogeni e dalla diffusione del virus. Ciò è stato possibile grazie all’elevata capacità produttiva e ai rapidi tassi di produzione, unite alle caratteristiche chiave di quei materiali come la leggerezza, l’idrorepellenza, facilità di pulizia,  la semplicità di gestione e trasporto.

Ciò ha inevitabilmente creato enormi sprechi, e una sorta di distacco collaterale dall’azione di fruizione dell’oggetto, fino ad una sorta di superamento della responsabilità individuale.

Tali Prodotti Perenni Monouso, (Produits Pérennes à Usage Unique, PPUU) infinitamente fabbricati, così come concepiti dall’artista, esistevano solo attraverso la replica dei loro multipli, ed erano all’epoca quasi assenti dall’immaginario collettivo e parzialmente estranei alla realtà, a causa del brevissimo tempo di utilizzo.

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Foto di Elisabeth Vidal, fondo in contenitore in PET riciclabile, struttura in tessuto di polipropilene da mascherine.

 

Sopraffatta dall’accumulo e dalla quantità di materiale di scarto, la designer ha deciso di agire per sconvolgere completamente questo concetto di utilizzo in forte tendenza. creando design originali, che alla fine hanno portato alla creazione di questi oggetti manifesto, il cui valore è racchiuso nei principi che essi stessi rappresentano.

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Foto di Elisabeth Vidal, Contenitore detersivo bucato L, tessuto in polipropilene da mascherine

L’atto creativo di questi oggetti manifesto, lavorati a mano in modo semplice e artigianale, è stato parte essenziale del progetto, in quanto ha permesso anche di comprendere la preziosità e il reale valore delle specifiche, elevate qualità di questi prodotti industriali usa e getta.

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Foto di Elisabeth Vidal, Vaso composto da contenitore yogurt da 500g, decoro in tessuto polipropilene mascherine

Attraverso l’upcycling del materiale di scarto generato dalle mascherine, la designer ha creato questa cesta per alimenti sfruttando il tessuto non tessuto e le componenti delle bande elastiche, combinati per riprodurre l’aspetto di un tradizionale materiale in corda a base di fibre naturali.

In questo altro caso, delle mascherine tinte di nero sono state assemblate insieme ad un contenitore in plastica di grande capacità per ricreare il concetto di un accessorio moda e restituire l’idea di un uso prolungato e sostenibile dei materiali.

Ogni creazione è correlata ad una particolare etichetta, che non identifica il prodotto per il suo specifico scopo o per il marchio, ma ha lo scopo di comunicare il principio che l’oggetto stesso rappresenta..

Il simbolo del copyright riportato sulle etichette è intenzionalmente ribaltato, poiché, a differenza dei materiali protetti da copyright,  tali azioni e principi dovrebbero essere condivisi all’interno della nostra società e pensati per essere liberi all’uso.

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