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Volvo Living Seawall - Materially

Esempi virtuosi per la salvaguardia della Biodiversità

“La crisi provocata dalla continua perdita di biodiversità costituisce una delle più grandi emergenze per il nostro futuro.” Gianfranco Bologna – Direttore Scientifico WWF Italia

Il termine biodiversità, coniato nel 1988 dall’entomologo americano Edward O. Wilson, deriva dal greco bio che significa vita, e dal latino diversitas che significa differenza o diversità, si è ormai consolidato e viene comunemente utilizzato nei diversi ambiti scientifici e culturali. 

Da alcuni anni la perdita di biodiversità è diventata un’emergenza per il nostro futuro e di conseguenza il suo valore e la sua salvaguardia sono diventati una questione di centrale interesse per progettisti.

Volvo, la casa automobilistica svedese, in collaborazione con l’Istituto di Scienze Marine e il Laboratorio di Design costiero di Sydney hanno realizzato Living Seawall, una copertura del porto di Sydney per ripopolare gli argini della costa di biodiversità.

Volvo Living Seawall
Image curtesy of Volvo

Circa metà della costa intorno alla città, negli anni,  è stata trasformata in una diga artificiale con la conseguente distruzione prima di tutto della giungla di mangrovie che l’abitava e a seguire sono state, quindi, danneggiate tutte le forme di vita che risiedevano dentro le radici di queste piante.  Il progetto Living Seawall è una diga composta da piastrelle esagonali che riproducono il disegno delle radici della mangrovia per far ripopolare la costa della sua flora e fauna che è andata persa.  Le piastrelle che compongono la diga vengono realizzate a partire da uno stampo prodotto in 3d printing, hanno una struttura biomimetica complessa e sono puntellate di piccoli fori di dimensione ideale, appunto, per l’installazione di ostriche e altri molluschi. Questi moduli esagonali sono composti da cemento e polimero riciclato, con il passare del tempo dovrebbero essere colonizzati dagli organismi filtranti e iniziare un’azione purificante delle acque del porto.

volvo living seawall australia
Image curtesy of Volvo

Le azioni per affrontare le emergenze del clima e della perdita di biodiversità, per essere maggiormente efficaci, non dovrebbero essere legate alle scelte del singolo progettista ma dovrebbero essere azioni collettive.

Un esempio virtuoso è quello avvenuto nel Regno Unito dove 17 studi di architettura (tra cui i vincitori dello RIBA Stirling Prize) hanno fondato Architects Declare, un impegno collettivo di adottare un “cambiamento di comportamento”. I punti d’azione proposti da Architects Declare includono l’utilizzo di materiali a bassa emissione di carbonio, la riduzione dei rifiuti dei cantieri derivanti dall’attività di costruzione e l’aggiornamento degli edifici esistenti per renderli più efficienti in termini di emissione di biossido di carbonio. Gli architetti dichiarano anche di voler andare oltre l’obiettivo delle emissioni nette di carbonio per gli edifici, adottando principi di progettazione rigenerativa, dove una struttura contribuisce attivamente a rinnovare le risorse che esaurisce.

 us architects
Image curtesy of Architects Declare


Biodiversity Park di Expo a cura di Emilio Genovesi

Il Biodiversity Park è stato realizzato per l’Expo 2015 ed è un progetto della Facoltà di Scienze Agrarie e Alimentari dell’Università di Milano, a cura di Emilio Genovesi.

 

Biodiversity Park di Expo coordinato da Emilio Genovesi

Un’area  espositiva di 8.500 mq con lo scopo di valorizzare le eccellenze italiane ambientali, agricole e agroalimentari attraverso un percorso che racconta l’evoluzione e la salvaguardia della biodiversità, in particolare dell’agro-biodiversità. Questo spazio ha ospitato anche il Teatro della Terra, un centro convegno di 200 posti; la mostra della biodiversità; il padiglione del biologico e del naturale, e infine i bio orti, uno spazio verde dedicato ai giardini urbani produttivi privati e pubblici con le esperienze italiane di coltivazione degli orti e dell’agricoltura urbana più interessanti.

dettaglio biodiversità