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Coronovirus maschera dechatlon - Materially

Riconversione della produzione

Quando la pandemia ha iniziato a diffondersi su tutto il territorio italiano la richiesta di una serie di prodotti per combattere il Coronavirus ha iniziato ad aumentare in maniera esponenziale, tanto che la produzione non riusciva a rispondere alle esigenze. Da questa problematica è nata l’idea solidale di molte aziende italiane che hanno riconvertito la propria attività nella produzione di mascherine, respiratori polmonari, gel disinfettanti e dispositivi ospedalieri, così da poter sostenere l’emergenza del virus Covid-19.

Quando siamo stati contattati per chiederci se disponibili a produrre questi raccordi abbiamo capito di dover essere assolutamente disponibili in questa situazione di emergenza”, ha dichiarato Andrea Peretto, direttore dell’azienda Ergotech. Azienda specializzata nella costruzione stampi e nello stampaggio di articoli tecnici in materiale termoplastico, attualmente attiva nel settore automotive.

 

coronovirus maschera dechatlonRaccordo realizzato dall’azienda Ergotech

L’azienda Ergotech, non appena ha saputo della possibilità di poter trasformare la maschera di Decathlon, specifica per lo snorkeling, in un respiratore polmonare ha provveduto ad acquistarne 150 e, grazie alla collaborazione di alcune aziende piemontesi (Reply e Model Project), ha effettuato le modifiche.

Altre aziende si sono rese utili dedicando la propria produzione completamente alla realizzazione di dispositivi ospedalieri come Myyour, brand padovano specializzato nella produzione di arredi outdoor in Poleasy® un polietilene brevettato dall’azienda nel 2012 innovativo per essere estremamente durevole nel tempo e facile da pulire e igienizzare.  L’azienda ha impiegato tutte le risorse che fino a poche settimane fa si dedicavano alla realizzazione di arredi di design alla produzione per il settore medicale.

Myyour polietileneFasi di lavorazione di Poleasy, il polietilene brevettato da Myyour facilissimo da igienizzare  – ph. Interni Megazine

Un’altra emergenza, oltre al settore ospedaliero, era la mancanza della maschere protettive destinate alla collettività, così Negri Bossi, azienda costruttrice di presse ad iniezione (gruppo Nissei) ha messo in funzione due macchine presenti nello stabilimento di Cologno Monzese per stampare maschere protettive in elastomero termoplastico. Le maschere sono prodotte in TPE, materiale scelto per la sua flessibilità, che rende i dispositivi confortevoli e facili da indossare; sono trasparenti e sono igienizzabili in acqua bollente e con sapone neutro. Nel progetto, Negri Bossi è stata affiancata dall’azienda marchigiana Esistampi, che ha progettato e costruito in pochissimo tempo lo stampo, così da essere in grado di produrre 500 pezzi l’ora, da Francesco Franceschetti Elastomeri che ha fornito il materiale (TPE Marfran) e da Ravizza Packaging che ha curato il confezionamento delle mascherine.

 

mascherina cronavirus Negri BossiMascherina realizzata dall’azienda Negri Bossi

L’elenco della aziende che hanno deciso di riconvertire la propria produzione si allunga ogni giorno “ (…) Ognuno di noi ha il dovere morale di contribuire. Non sarà mai abbastanza, ma siamo un grande Paese, secondi a nessuno in solidarietà… e oggi come ieri, lo stiamo dimostrando”. Alberto Alberton, azienda PhoenixPCB.

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